Home GrossetoAttualità Grosseto Il Comune di Grosseto dona una targa alla famiglia Tonissi, una dinastia che ha combattuto per la libertà dell’Italia

Il Comune di Grosseto dona una targa alla famiglia Tonissi, una dinastia che ha combattuto per la libertà dell’Italia

di Roberto Lottini
0 commento 4 views

Questo pomeriggio, nella sala del Consiglio comunale, si è svolta la cerimonia di consegna di un riconoscimento per il grande valore e l’impegno che la famiglia Tonissi di Grosseto ha garantito sin dal 1860 alla causa dell’indipendenza e della libertà dell’Italia.

A ritirare la targa, Michele Tonissi (nella foto), discendente diretto di Amos, che combattè con Garibaldi a Mentana.

Il sindaco Emilio Bonifazi ha voluto sottolineare che “la storia di questa famiglia, di queste figure eroiche senza volerlo come tanti altri giovani che hanno partecipato alla costruzione di questo Paese, è davvero un simbolo”.

“Un simbolo – ha proseguito Bonifaziche dovrebbe soprattutto di questi tempi essere d’esempio a chi con troppa leggerezza gioca con il futuro del Paese”.

“Ricordiamo oggi i Tonissi – ha concluso il sindaco di Grosseto anche grazie al prezioso lavoro di un ricercatore appassionato, perché siano motivo di orgoglio della nostra terra e testimonianza di una storia vera e semplice quanto importante”.

 La storia della famiglia Tonissi

La storia delle vicende della famiglia Tonissi (1860 – 1945) che è stata raccontata grazie alle ricerche appassionate di Giorgio Bonfiglioli (altro discendente), parte dal matrimonio tra Alessandro Tonissi e Marta Gigli i cui figli, nipoti e bisnipoti si sono poi impegnati per il loro Paese, anche fino alla morte. Figure legate alla città di Grosseto e ai suoi dintorni, da dove tutto è cominciato, e che hanno contribuito a costruire la storia d’Italia forti del loro coraggio e dei loro puri sentimenti repubblicani, irredentisti e di libertà.

Tutto inizia con Alessandro Tonissi, nativo di Bientina (Pisa), ingaggiato nei Cacciatori a cavallo o Dragoni toscani che scendono in Maremma negli anni 1830-1831, inviati a Grosseto per la tutela dell’ordine tra i badilanti addetti alla escavazione dei “fossoni o canali diversivi sulla riva destra del fiume Ombrone e con i quali il governo dell’epoca inizia le bonifiche delle pianure grossetane. Alessandro sposa una ragazza di Roccastrada, Marta Gigli. Hanno otto figli tra il 1837 e il 1854. Vivono a Grosseto fino alla loro morte: Marta, nel 1865, ed Alessandro, nel 1883.

Tra i loro 8 figli c’è Ranieri Tonissi, garzone di caffè, che nel 1860, a 17 anni e mezzo, decide di partire volontario con i Mille di Garibaldi. A Quarto sale a bordo di uno dei due vapori, “Piemonte” e “Lombardo”, e l’11 maggio sbarca a Marsala nella seconda Compagnia. Spinto da ideali puri, partecipa allo sbarco nel “Regno delle due Sicilie”. Decorato, gli viene riconosciuta la pensione dei Mille. Muore in via Colombo, a Grosseto, nel 1893.

Amos Tonissi, un altro dei figli di Alessandro, nasce il 2 novembre del 1850. Anche lui è un garibaldino e, nel 1867, a neanche 17 anni, parte volontario con Nicola Guerrazzi ed altri nella “Campagna garibaldina dell’Agro romano” per la liberazione di Roma, che termina con la sconfitta di Mentana. Tornato e decorato, diventa custode di banca e si sposa nella Cattedrale di Grosseto con Gentile Tognetti nel 1873. Il primo novembre 1877, Gentile Tognetti muore a soli 20 anni, avendo già dato ad Amos 3 figli. Sette mesi dopo, il 25 maggio del 1878, Amos impiegato al Genio Civile come Agente al bonificamento, ha 27 anni e si risposa, sempre nella Cattedrale, con Antonia Luzzetti (Tonina) di 20 anni, da cui ha 10 figli. Amos muore a 66 anni, il 6 maggio 1917 allo “spedale” di Grosseto. Tra i suoi figli ci sono anche Alessandro (1886-1962), da cui discenderà Michele, a cui viene consegnata oggi la targa nella cerimonia della sala del Consiglio comunale che è nato ad Orbetello nel 1976, e Ranieri (1894-1916).

Quest’ultimo è impegnato in un’altra fase storica, sempre per il suo Paese. Durante la Prima guerra mondiale, Ranieri Tonissi muore però disperso sulle Alpi nel luglio del 1916, a soli 22 anni. Sarà ricordato dai discorsi del professor Antonio Cappelli e dalle varie autorità competenti per vari anni e nelle due lapidi ancora oggi presenti a Grosseto (al Liceo Rosmini e al vecchio Liceo classico), tra i giovani eroi e martiri per la libertà e l’unificazione italiana.

Infine, Giancarlo Tonissi, bisnipote di Alfredo Tonissi, un altro dei figli di Alessandro Tonissi e Marta Gigli, la famiglia all’origine di tutto. Nato e morto a Milano (1928-1945), combattente coraggioso delle Brigate Garibaldi, Giancarlo viene fucilato dai tedeschi nel capoluogo lombardo.

Dal 1860 al 1945, da Garibaldi alle Brigate partigiane Garibaldi, la famiglia Tonissi si è donata e sacrificata per amore dell’Italia e sempre in nome della libertà.

Lascia un commento

* Utilizzando questo form si acconsente al trattamento dati personali secondo norma vigente. Puoi consultare la nostra Privacy Policy a questo indirizzo

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ti potrebbero interessare

My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare. 

Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: