Questo pomeriggio, nella sala del Consiglio comunale, si è svolta la cerimonia di consegna di un riconoscimento per il grande valore e l’impegno che la famiglia Tonissi di Grosseto ha garantito sin dal 1860 alla causa dell’indipendenza e della libertà dell’Italia.
A ritirare la targa, Michele Tonissi (nella foto), discendente diretto di Amos, che combattè con Garibaldi a Mentana.
Il sindaco Emilio Bonifazi ha voluto sottolineare che “la storia di questa famiglia, di queste figure eroiche senza volerlo come tanti altri giovani che hanno partecipato alla costruzione di questo Paese, è davvero un simbolo”.
“Un simbolo – ha proseguito Bonifazi – che dovrebbe soprattutto di questi tempi essere d’esempio a chi con troppa leggerezza gioca con il futuro del Paese”.
“Ricordiamo oggi i Tonissi – ha concluso il sindaco di Grosseto – anche grazie al prezioso lavoro di un ricercatore appassionato, perché siano motivo di orgoglio della nostra terra e testimonianza di una storia vera e semplice quanto importante”.
La storia della famiglia Tonissi
La storia delle vicende della famiglia Tonissi (1860 – 1945) che è stata raccontata grazie alle ricerche appassionate di Giorgio Bonfiglioli (altro discendente), parte dal matrimonio tra Alessandro Tonissi e Marta Gigli i cui figli, nipoti e bisnipoti si sono poi impegnati per il loro Paese, anche fino alla morte. Figure legate alla città di Grosseto e ai suoi dintorni, da dove tutto è cominciato, e che hanno contribuito a costruire la storia d’Italia forti del loro coraggio e dei loro puri sentimenti repubblicani, irredentisti e di libertà.
Tutto inizia con Alessandro Tonissi, nativo di Bientina (Pisa), ingaggiato nei Cacciatori a cavallo o Dragoni toscani che scendono in Maremma negli anni 1830-1831, inviati a Grosseto per la tutela dell’ordine tra i badilanti addetti alla escavazione dei “fossoni o canali diversivi” sulla riva destra del fiume Ombrone e con i quali il governo dell’epoca inizia le bonifiche delle pianure grossetane. Alessandro sposa una ragazza di Roccastrada, Marta Gigli. Hanno otto figli tra il 1837 e il 1854. Vivono a Grosseto fino alla loro morte: Marta, nel 1865, ed Alessandro, nel 1883.
Tra i loro 8 figli c’è Ranieri Tonissi, garzone di caffè, che nel 1860, a 17 anni e mezzo, decide di partire volontario con i Mille di Garibaldi. A Quarto sale a bordo di uno dei due vapori, “Piemonte” e “Lombardo”, e l’11 maggio sbarca a Marsala nella seconda Compagnia. Spinto da ideali puri, partecipa allo sbarco nel “Regno delle due Sicilie”. Decorato, gli viene riconosciuta la pensione dei Mille. Muore in via Colombo, a Grosseto, nel 1893.
Amos Tonissi, un altro dei figli di Alessandro, nasce il 2 novembre del 1850. Anche lui è un garibaldino e, nel 1867, a neanche 17 anni, parte volontario con Nicola Guerrazzi ed altri nella “Campagna garibaldina dell’Agro romano” per la liberazione di Roma, che termina con la sconfitta di Mentana. Tornato e decorato, diventa custode di banca e si sposa nella Cattedrale di Grosseto con Gentile Tognetti nel 1873. Il primo novembre 1877, Gentile Tognetti muore a soli 20 anni, avendo già dato ad Amos 3 figli. Sette mesi dopo, il 25 maggio del 1878, Amos impiegato al Genio Civile come Agente al bonificamento, ha 27 anni e si risposa, sempre nella Cattedrale, con Antonia Luzzetti (Tonina) di 20 anni, da cui ha 10 figli. Amos muore a 66 anni, il 6 maggio 1917 allo “spedale” di Grosseto. Tra i suoi figli ci sono anche Alessandro (1886-1962), da cui discenderà Michele, a cui viene consegnata oggi la targa nella cerimonia della sala del Consiglio comunale che è nato ad Orbetello nel 1976, e Ranieri (1894-1916).
Quest’ultimo è impegnato in un’altra fase storica, sempre per il suo Paese. Durante la Prima guerra mondiale, Ranieri Tonissi muore però disperso sulle Alpi nel luglio del 1916, a soli 22 anni. Sarà ricordato dai discorsi del professor Antonio Cappelli e dalle varie autorità competenti per vari anni e nelle due lapidi ancora oggi presenti a Grosseto (al Liceo Rosmini e al vecchio Liceo classico), tra i giovani eroi e martiri per la libertà e l’unificazione italiana.
Infine, Giancarlo Tonissi, bisnipote di Alfredo Tonissi, un altro dei figli di Alessandro Tonissi e Marta Gigli, la famiglia all’origine di tutto. Nato e morto a Milano (1928-1945), combattente coraggioso delle Brigate Garibaldi, Giancarlo viene fucilato dai tedeschi nel capoluogo lombardo.
Dal 1860 al 1945, da Garibaldi alle Brigate partigiane Garibaldi, la famiglia Tonissi si è donata e sacrificata per amore dell’Italia e sempre in nome della libertà.