Firenze. “Per risolvere il problema siccità in modo strutturale è necessario fare grandi invasi e togliere la burocrazia“.
A dirlo è il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri.
“La pioggia degli ultimi giorni ci ha fatto tirare un momentaneo sospiro di sollievo – dichiara Neri – perché ha salvato tante colture. Ma il problema è a monte e riguarda l’accumulo di acqua in previsione dell’estate. La Regione Toscana si è mossa predisponendo un piano di grandi invasi, unica soluzione di sistema, come insegna il caso di Bilancino, ma il Governo ancora non ha dato il via libera. Ci auguriamo che arrivi presto, perché la questione non è più rinviabile“.
“C’è però bisogno – continua il presidente di Confagricoltura Toscana – anche di piccoli invasi aziendali. E qui il nemico è la burocrazia. Le aziende vorrebbero anche dotarsi di strutture del genere o usufruire di strutture già esistenti, ma vengono stoppate da due problemi: le tante, troppe, norme e vincoli e gli alti costi della progettazione. Serve un’opera di snellimento delle procedure“.
“Il problema della siccità – conclude Neri – sarà una costante dei prossimi anni se non interveniamo subito. Spero che il messaggio arrivi forte e chiaro al Governo e al Parlamento”.
L’appello di Fedagripesca
“Ci appelliamo al Governo affinché sblocchi il finanziamento per gli invasi toscani. Le piogge di questi ultimi giorni aiutano, ma non basteranno certo a mettere in sicurezza la Toscana per l’estate”.
A dirlo è il presidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana Fabrizio Tistarelli.
“Nel ‘piano laghetti’ della Regione sono pronti dodici progetti che aspettano soltanto il via libera del Ministero, sarebbero fondamentali visto che le coltivazioni sono già in crisi. Dal Governo ci aspettiamo un segnale nei prossimi giorni perché la questione non è più rimandabile – sottolinea Tistarelli -. Il rischio siccità in Toscana è alto, malgrado le precipitazioni di questi giorni. Il Lamma ci dice che dobbiamo sperare in due mesi di forti piogge, a febbraio e marzo è caduta poca pioggia e adesso servirebbero 180 millimetri in 2 mesi”.
“La soluzione – dichiara Tistarelli – sono gli invasi, in modo da poter proteggere l’acqua e averla nei momenti di siccità estrema. L’agricoltura non può andare avanti senza acqua, così come è evidente che non possiamo solo sperare che piova, non possiamo metterci a fare la danza della pioggia. I cambiamenti climatici sono una realtà e vanno affrontati con soluzioni innovative”.