Home GrossetoAgricoltura Grosseto Incendi, la Cia: “La causa è anche nell’abbandono dei territori”

Incendi, la Cia: “La causa è anche nell’abbandono dei territori”

di Redazione
0 commento 13 views

“Non possiamo dire se gli incendi che stanno devastando la Penisola e anche la provincia di Grosseto sono dolosi o accidentali, quello però che possiamo affermare senza dubbio è che, se il territorio fosse presidiato dagli agricoltori e dal loro lavoro, i danni causati dalle fiamme sarebbero sicuramente minori

E’ un’affermazione forte quella del presidente di Cia-Grosseto, Claudio Capecchi, che ricorda le innumerevoli volte che la Confederazione, parlando della lenta e costante agonia del mondo agricolo, aveva ammonito che “quando chiude un’azienda, soprattutto nelle zone marginali, questa non riapre più e le conseguenze non saranno solo per l’imprenditore, ma per il territorio circostante destinato all’incuria e all’abbandono“.

“Non sosteniamo che se ci fosse una maggiore presenza degli agricoltori il fenomeno degli incendi non ci sarebbe – continua Capecchi, affermiamo invece che laddove c’è la presenza dell’uomo c’è un maggiore e migliore monitoraggio. Non serve ricordare che, dove esiste l’agricoltura, esiste anche l’alternanza tra terreni a stoppie, terreni con coltivazioni arboree o dediti alla zootecnia che evitano la propagazione degli incendi. Non solo, dove c’è attività agricola ci sono strade poderali e carrettiere che consentono ai mezzi di soccorso di transitare con maggiore facilità; inoltre, c’è la manutenzione dei boschi, dei fossi e degli argini. Ma soprattutto, in caso di incendio, la presenza dell’uomo attiva subito i soccorsi e assicura un sopralluogo costante evitando la ripresa di focolai il giorno successivo. La cronaca di questi giorni conferma dunque quanto diciamo da anni: l’agricoltura è il presidio fondamentale del territorio, perché, oltre a coltivare, gli agricoltori governano quotidianamente la zona. Ma per avere questi ‘custodi’ chi si occupa di politica agricola deve consentire loro di lavorare senza una burocrazia oppressiva, deve trovare risposte al proliferare della fauna selvatica, deve iniziare a pensare ad una seria politica dell’acqua, con invasi o bacini per stoccare le precipitazioni e renderle disponibili in caso di siccità o incendi appunto ma, soprattutto, deve attuare programmazioni che garantiscano un giusto e dignitoso margine di reddito”.

“La Confederazione si è immediatamente attivata con la Regione Toscana affinché chi ha subito danni possa essere aiutato a ripartire ed indennizzato – conclude Capecchi –. Questo però è solo un aspetto della questione e, seppur importante, non è risolutivo. Serve che l’agricoltura esca dal ruolo di Cenerentola dove è stata relegata; non è più il tempo di disquisire, ma bisogna agire consapevoli che la nostra agricoltura è espressione dei valori del territorio che rappresenta e che, oltre a garantire prodotti di alta qualità, oggi è l’ultimo baluardo contro la desertificazione e l’abbandono soprattutto delle aree interne e impervie, esposte alle tragedie che la cronaca quotidiana testimonia“.

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento

* Utilizzando questo form si acconsente al trattamento dati personali secondo norma vigente. Puoi consultare la nostra Privacy Policy a questo indirizzo

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ti potrebbero interessare

Le tue preferenze relative alla privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy