Due piani integrati di filiera, uno per l’olio l’altro nel campo della zootecnia e una nuova sede.
Confagricoltura Grosseto parte dal futuro per parlare del passato. L’annuncio è stato dato nel contesto della assemblea provinciale celebrata nella villa dei Lorena ad Alberese. Un Vivarelli Colonna determinato e volitivo ha incollato la platea dei soci nell’ascolto dell’ampia relazione in cui sono state analizzate le azioni intraprese e descritti i prossimi impegni. Dagli attacchi alle greggi, all’Imu agricola “per la quale aspettiamo l’esito del ricorso presentato a giugno e poi valuteremo il da farsi”, alla PAC “il dubbio è che si vada a cercare l’incertezza di proposito ed in questo Artea non ci ha aiutati, interponendo al buon senso la burocrazia esasperate”, alla trovata della dichiarazione dei redditi on line “per predisporre la quale occorre sei volte più tempo di quello previsto nel passato con responsabilità dieci volte superiori”.
Forte il richiamo di Vivarelli ai soci, invitandoli ad essere più partecipi e sinergici con la struttura confagricola “aiutateci ad aiutarvi”. Ripercorsa l’attività del 2014 e un primo stralcio del 2015 con le tappe più significative; dalla questione Ortofrutta con un nuovo cda, presidente e piano finanziario di cui verificarne l’efficacia entro il 2015, fino al Consorzio di Tutela Vini Maremma Toscana anch’esso con un nuovissimo cda e nuove prospettive. Nuove prospettive come quelle offerte dalla fusione delle due cooperative interne a Confagricoltura Grosseto come Cofinagri e Coagri potranno offrire. Ampio il riferimento all’area vasta, rispetto alla quale il presidente Vivarelli Colonna non ha nascosto di prediligere l’accorpamento con Livorno e Pisa. “Del resto, – ha aggiunto – ciò che unisce questi territori è macroscopico: il mare e il suo turismo, la maremma e le attività agrituristiche, l’arte e la storia e i prodotti enogastronomici. Se abbiamo questa potenzialità a cui si aggiungono due aeroporti, nove porti turistici, un arcipelago, tre ippodromi e un ente fiera e se tutto questo ci unisce è forse lì che dobbiamo immaginare un futuro organizzato. Peccato che altri soggetti, invece di comprendere ciò che siamo, pensano a riparti di governo del territorio basati su orchestrazioni politico elettorali a beneficio del potere”.
Per il 2015 gli obiettivi enunciati prevedono l’attivazione di due piani integrati di filiera ai quali sono state invitate a partecipare tutte le aziende confagricole interessate. “Il primo – ha spiegato il presidente – è finalizzato alla valorizzazione dell’olio extravergine di oliva, per il quale abbiamo già raccolto impegni per l’impianto di 200 ettari di oliveto super intensivo nelle province di Livorno e Grosseto. Su questo puntiamo molto perché vorremmo valorizzare e creare un marchio che sia intermedio tra l’Igp Toscana e l’olio italiano e, di conseguenza, approntare una linea commerciale dedicata. L’altro è un progetto per il potenziamento delle linea vacca vitello, realizzato attraverso un gruppo di aziende maremmane che dovranno in qualche modo valorizzare il prodotto attraverso anche l’utilizzo dell’attuale impianto di mattazione, il quale dovrà dotarsi di una linea in grado di poter fare la sporzionatura della carne, non solo la lavorazione della mezzana”.
Prima di concludere e di annunciare la seria intenzione di cambiare sede di Confagricoltura Grosseto, Vivarelli è tornato sulla vicenda Imu, richiamando a una maggiore attenzione il sistema confagricolo nazionale, giudicato troppo disinteressato, e plaudito alla struttura grossetana per l’attività svolta e per le risorse messe in campo, tra le quali spicca quella del direttore Paolo Rossi. All’evento era presente anche il direttore generale di Confagricoltura, Luigi Mastrobuono che ha parlato della necessità di innovazione in agricoltura che “porterà a nuove professioni, occupazione e valore aggiunto da investire nella internazionalizzazione delle aziende. La verità – ha continuato – è che dopo la crisi, di sindacato ce ne sarà ancora più necessità. Fondamentale è comunque stare insieme per creare valore, attivando le reti di impresa, e distribuirlo diversamente. Come sindacato dobbiamo ancora più crescere per dare le nostre risposte alla intera filiera, di cui le aziende devono ribaltare il concetto perché, oltre alla tutela dell’impresa il problema è offrire anche sviluppo”. In merito alle richieste avanzate dal presidente Vivarelli Colonna, ha assicurato: “Prendo impegno affinché non vi sentiate più soli. La vostra struttura è un laboratorio in Toscana e in Italia e rappresentate una spinta propulsiva importante e un supporto per l’innovazione, perché per reggere questo tavolo servono solide gambe.”