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Primo maggio, Cia: “Festa dei lavoratori ma ci siamo dimenticati degli agricoltori”

di Redazione
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“Festa del primo maggio o, per meglio dire, festa dei disoccupati, dei precari e dei sotto pagati. Con questa giornata si vogliono ricordare i traguardi raggiunti in campo economico e sociale da lavoratori e lavoratrici ma la crisi internazionale sta seriamente mettendo a dura prova il suo significato originario e questo anche nel modo agricolo. Rimane difficile parlare del binomio lavoro-reddito quando si parla del settore primario – sottolinea il presidente della Confederazione Italiana Agricoltura Rabazzi – quasi che chi sceglie di lavorare nei campi, per qualche strano motivo, non debba avere un ritorno economico. Eppure i trattori, i macchinari, la manodopera hanno un costo, la produzione ha un costo, rispettare le regole di una sana filiera ha un costo, allora mi chiedo perché è così scandaloso parlare di guadagno per l’agricoltura? Quando si parla del Primo Maggio dunque non dobbiamo dimenticare che il diritto al lavoro, in agricoltura, si associa al diritto di poter continuare a far vivere le proprie aziende spesso tartassate da adempimenti burocratici o sottoposte a tassazione iniqua: l’Imu tanto per fare un esempio. Leggiamo sui quotidiani che l’area maggiormente colpita dalla spending review in tema di riduzioni delle agevolazioni fiscali, è proprio il comparto agricolo. Sappiamo che il nostro settore gode di molte agevolazioni ma questo solo perché nella classifica delle attività produttive è quello che risulta più fragile e vulnerabile. Dopo la diminuzione delle quote di gasolio agevolato – continua Rabazzi – oggi il Governo pensa di ritoccare le aliquote per l’acquisto di un terreno, si parla di una nuova tassazione sugli agriturismi, questo solo per fare alcuni esempi. Ancora una volta ci sembra di capire che l’interesse per l’agricoltura non c’è e questo poprio mentre il nostro Paese sta per ospitare la più grande manifestazione internazionale mai dedicata al cibo. Ci affidiamo dunque all’interpellanza dell’Onorevole Monica Faenzi che si è fatta promotrice del nostro malcontento e auspichiamo che arrivino risposte concrete tali da far celebrare anche a noi agricoltori la Festa del Primo Maggio. In attesa – conclude il rappresentante Cia – chiediamo al Governo se non sia il caso di rivedere la legge che regola gli IAP, un provvedimento sempre contrastato dalla Cia proprio perché troppo permissivo e consente anche a chi nulla ha a che spartire con l’agricoltura, o la passione per questo mondo, di usufruire delle agevolazioni solo ed esclusivamente per far profitto sfruttando il nostro suolo”.

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