Sono ben 400 le pecore nere massesi che sono ritornate ieri in Maremma.
Grazie a Sergio, Luciano, Dino e Franca Giannarelli, è stato possibile assistere al secondo atto della transumanza moderna, che i componenti della famiglia Appennino – maremmana compiono ininterrottamente da circa 300 anni.
Una delle tradizioni più vere legate al nostro territorio si rinnova grazie alla tenacia e alla passione di questi autentici pastori, che dividono la loro vita tra le nostre pianure e i freschi pascoli estivi nei boschi e nei castagneti dell’appannino tosco-romagnolo.
Il viaggio
I quattrocento capi sono partiti per Sassalbo, in provincia di Massa Carrara, una mattina di metà giugno, e sono tornati ieri sugli stessi due autotreni per sistemarsi nel podere e nei prati di Adriano Neri, il figlio di Wilmo, in località La Merlina di Gavorrano. Hanno trascorso tre mesi in altura pascolando in tranquillità e non sono state attaccate dai lupi e randagi, come qualche stagione orsono, situazione che li costrinse al rientro anticipato in maremma.
I Giannarelli, che vivono a Pian d’Alma (Sergio e Luciano) e a Pian di Rocca (Franca e Dino), andranno ad accudirle tutti i giorni, con la pazienza e l’abnegazione che li contraddistingue tutto l’anno.
“Le pecore, come tanti altri animali – concordano i proprietari – sono come dei figli piccoli, hanno bisogno della presenza continua del pastore, spesso anche la notte. Non ci sono nè domeniche e tanto meno ferie, ma il sacrificio è ripagato, in parte, dalla pace e dalla spiritualità di certi momenti all’aria aperta”.
Nella foto: le pecore massesi dei Giannarelli