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Emergenza fiscale, Ance Grosseto: “Ridimensionare l’Imu e bloccare gli aumenti dell’Iva sulla casa”

di Roberto Lottini
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Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato di Andrea Brizzi, presidente di Ance Grosseto, sulla crisi dell’edilizia e sulle misure a cui far fronte per risollevare questo settore dell’economia:

“Nel 2012 gli immobili hanno reso allo Stato 44 miliardi di euro, il 36,8% in più rispetto al 2011.

Ovvero circa 12 mld di euro in più.

Gli immobili sono il bene in assoluto più tassato, una sorta di “bancomat” sugli investimenti immobiliari e chi ne paga le conseguenze è il settore produttivo dell’edilizia che più di tutti contribuisce al Pil nazionale.

Questo significa porre ostacoli ad una categoria.

Per l’Ance Grosseto all’emergenza ‘Fisco’ deve porsi assoluto rimedio.

Riteniamo che le modifiche prioritarie siano:

  • correggere l’Imu. L’imposta va ridimensionata, rivista e riformulata, anche con l’obiettivo di dare una risposta all’emergenza abitativa;
  • va resa progressiva e parametrata rispetto al reddito dei contribuenti. Deve pagare di più chi ha di più.

Per questo occorrerà:

  • · agire sulle rendite catastali, rivalutando di più gli immobili di pregio rispetto a quelli delle periferie;
  • · favorire gli affitti, con un’aliquota agevolata per chi sceglie il ‘canone concordato’;
  • · destinare una parte del gettito Imu all’acquisto da parte dei comuni di interi immobili da destinare alla locazione delle fasce deboli;

Ma più di tutto bisogna eliminare la maggiore ingiustizia che l’Imu produce, cioè tassare le nostre rimanenze.

Non ci sono alternative: l’Imu va eliminata dal magazzino delle imprese edili, cioè sui beni immobiliari prodotti destinati alla vendita, ma non venduti.

Occorrerà bloccare gli aumenti dell’Iva sulla casa. E’ grave l’idea di aumentare le aliquote Iva ridotte (4% e 10%) applicate ai beni riconosciuti ‘di primaria necessità’.

Si tratta di scelte di politica sociale, in un contesto generale precario ed incerto e questa eventualità va scongiurata.

Infine, va eliminata l’Iva dalla responsabilità solidale.

Infatti è stata addossata alle imprese la responsabilità dei comportamenti fiscali dei propri fornitori, senza che sia dato loro alcuno strumento adatto a verificarne la correttezza, controllo esercitabile solo dallo Stato.

Le conseguenze sono costi amministrativi elevatissimi per tentare di dimostrare l’indimostrabile e assurdi costi finanziari perché, se non ci si riesce, non si è pagati.

La battaglia per eliminare l’Iva dalla disciplina della responsabilità solidale fiscale è quindi una questione di giustizia irrinunciabile, che porteremo avanti per raggiungere l’obiettivo”.

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