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Questo fine settimana, l’Accademia del Libro promuove due iniziative.
Il programma
Venerdì 26 maggio, alle 18, nella sala del teatro di Montemerano, si inaugurerà la mostra “Trama e ordito: gente di Maremma”, del fotografo Franco Bianchi, romano, frequentatore della Maremma e dell’entroterra maremmano.
La mostra
“Guardare in macchina è come guardarsi allo specchio”, sostiene Bianchi. Significa mettersi a confronto con la realtà visibile e con l’anima profonda, ammettere che “io sono questo nei confronti del mondo”. Il lavoro di Franco Bianchi, dedicato ai residenti di Manciano e dintorni, racconta prima di tutto l’incontro privato con gli abitanti del piccolo comune e, in secondo luogo, dell’io a contatto con l’esterno. La mostra si compone di 40 fotografie in bianco e nero realizzate tra il 2015 e il 2016, per lo più in studio. Ritratti a mezzo busto di uomini e donne, bambini e ragazze che hanno condiviso con l’autore momenti, ricordi, storie e di cui Bianchi ha voluto evidenziare “fierezza, vitalità, consapevolezza e dignità”. Ogni soggetto rappresenta una precisa professione. L’artigiano, il pastore, l’agricoltore, il negoziante, l’assistente sociale, l’artista, l’assessore, con gli abiti e gli elementi che recano, risultano gli archetipi di una determinata categoria. Ma i ritratti svelano anche atteggiamenti, emozioni personali e tracce di vissuto. Sfilano davanti ai nostri occhi personalità ben definite, individualità che l’autore ha messo in condizione di esprimersi. Indagine sociologica e ritratto psicologico si fondono nei 40 ritratti artistici esposti.
La mostra “Trama e ordito: gente di Maremma” rimarrà aperta al pubblico fino al 4 giugno.
Sabato 27 maggio, alle 18, alla biblioteca di storia dell’arte di Montemerano, la scrittrice Elvira Mujčić (nella foto) presenterà il suo libro “La buona condotta”, Crocetti editore.
Dialogherà con l’autrice Donatella Borghesi.
Un piccolo paese del Kosovo si trova in una situazione surreale: avere nello stesso momento due sindaci. La storia – che prende spunto da un fatto vero – la racconta la scrittrice Elvira Mujcic. Negli anni terribili della guerra nella ex Jugoslavia, la sua famiglia riuscì a mettersi in salvo da Srebrenica ed essere accolta in Veneto. Elvira aveva allora 14 anni e oggi scrive in italiano. In questo romanzo scioglie i nodi umani non risolti del conflitto che mise l’una contro l’altra persone che avevano vissuto a lungo insieme. E attraverso i suoi personaggi, i loro rancori e le loro speranze, cerca di capire perché la riappacificazione è ancora lontana.
Il libro
Miroslav è tornato dall’esilio in Germania, anche se la moglie Nada e i figli avrebbero preferito restarci. È un medico, un uomo colto e mite, vorrebbe andare d’accordo con gli albanesi, che sono poco meno della metà della popolazione: “Se durante gli anni Settanta qualcuno gli avesse rivelato che nel giro di un paio di decenni il nazionalismo sarebbe diventato la religione dei suoi connazionali, avrebbe creduto quel tale un pazzo”. Tra mille indecisioni decide di candidarsi sindaco, e con sua grande sorpresa viene eletto. Ma Belgrado decide che no, non andava bene, e manda un altro uomo, con il compito di soffiare sulla rivalità etnica. Appena uscito di galera, per Neboja è l’occasione per ripulirsi: aveva combattuto, forse era stato anche un criminale di guerra, quindi è perfetto per essere accettato. Attorno ai due personaggi principali e alla loro lotta per l’egemonia, i sentimenti della comunità sono interpretati da una figura femminile che gioca il ruolo del coro nella tragedia greca: Ludmilla la pazza, dalle gambe snelle da ragazza e la frangetta nera, ha perso la memoria di sé stessa, ma osserva e parla solo in rima baciata. “Nebojsa, il nome comanda nessun timore/io chiedo del passato/e subito ti invade il livore./O è forse dolore?”.
L’autrice
Elvira Mujcic è nata nel 1980 in Jugoslavia. Dopo aver vissuto in Bosnia e Croazia, si è trasferita in Italia. Scrittrice e traduttrice letteraria, vive a Roma, e ha pubblicato i romanzi “Al di là del Caos”, “E se Fuad avesse avuto la dinamite”, “La lingua di Ana”, “Dieci prugne ai fascisti”, “Consigli per essere un bravo immigrato”. È coautrice dello spettacolo teatrale “Ballata per un assedio”. “La buona condotta” è stato indicato per il Premio Strega 2023 da Gad Lerner.