Martedì 17 gennaio, i militari della Stazione Carabinieri Forestali di Paganico, nel corso di un servizio ambientale 1515, sono stati allertati dalla centrale operativa dei Carabinieri di Grosseto per una segnalazione di incendio: alcuni residenti avevano infatti visto fiamme alte e un denso fumo propagarsi da un terreno situato lungo la Strada provinciale 42 dei Laghi, nella frazione di Roselle.
I forestali, giunti sul posto, hanno accertato che era in corso un’attività di combustione di rifiuti speciali di varia tipologia, ad opera di due persone. Queste ultime sono state immediatamente fermate, identificate e denunciate alla Procura della Repubblica di Grosseto, per il reato di combustione illecita di rifiuti.
I due avevano infatti stoccato, in un’area di circa 20 mq circa, a loro in uso, una considerevole mole di ferro, legno, plastica, vetro, lavatrici, profilati per infissi, split per condizionatori e altri rifiuti, sia pericolosi che non pericolosi, e quindi avevano appiccato un incendio, che, oltre ad essere stato spento immediatamente, ha comportato il sequestro dell’area, al fine di evitare che la stessa zona potesse essere utilizzata nuovamente per la medesima attività illecita.
Continua costante quindi il controllo della specialità forestale dell’arma dei Carabinieri sull’illecita gestione di rifiuti in tutta la provincia.
Il reato di combustione illecita di rifiuti è un delitto grave, data la pericolosità in sè della condotta, ovvero quella di dare fuoco ad oggetti, oltre il danno rilevante per l’ambiente in termini di potenziale inquinamento del terreno ed immissione di fumi, anche tossici, nell’aria. Per questo reato, la legge prevede la pena della reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui il fuoco riguardi rifiuti pericolosi, ovvero plastiche, metalli, sostanze oleose ecc., la reclusione passa da tre a sei anni.
Oltre alla pena, la legge prevede l’obbligo al ripristino dello stato dei luoghi, al risarcimento del danno ambientale e al pagamento delle spese di bonifica. Le persone denunciate devono considerarsi innocenti fino al definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.