Roccastrada (Grosseto). Domenica 23 giugno, alle 18.00, in piazza don Bailo a Roccastrada, è in programma l’insediamento del sindaco Francesco Limatola e del Consiglio comunale.
“L’insediamento del nuovo Consiglio comunale e il giuramento sulla Costituzione italiana del sindaco sono momenti straordinari – spiega Francesco Limatola -. Responsabilità, storia, libertà, democrazia e persone sovrastano quel giorno. Io sentirò il carico di tutto questo come la prima volta che sono entrato in Consiglio. Vorrei che tutti i nuovi consiglieri comprendessero il valore dell’impegno a cui sono chiamati, in qualche modo la sacralità laica del governo della cosa pubblica e vorrei che tutta la popolazione comprendesse l’importanza delle scelte compiute e di quelle che negli anni compiremo insieme”.
“Ogni paese della nostra Italia ha nella sua origine repubblicana la sua giornata particolare. È quel giorno in cui la libertà è entrata meravigliosamente nella nostra vita. Roccastrada, il 23 giugno 1945 fu liberata dal potere oppressivo e violento del fascismo, fu una scelta di popolo – continua il sindaco –. Il Consiglio comunale, ed io come sindaco, insediandoci, innanzitutto confermeremo quella volontà e la nostra fedeltà agli ideali e ai principi fissati nella Carta costituzionale. Confermeremo anche la nostra volontà di governare in pace e uniti, ‘senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’, un principio dettato dall’articolo 3 della Carta costituzionale che travalica anche le recenti divisioni elettorali di cui siamo espressione”.
“Questi sono i motivi che mi hanno indotto a convocare la prima seduta del Consiglio comunale nell’80° anniversario della liberazione di Roccastrada, domenica 23 giugno, alle 18.00, proprio nella piazza intitolata a una persona buona, don Bailo, che in vita seppe offrire se stesso a tutta la comunità roccastradina. Lo faremo offrendo a nostra volta un impegno e chiedendo un sostegno a tutta la popolazione insieme all’Associazione Partigiani e all’istituto storico della Resistenza – termina Limatola –. È speciale quello su cui ci accingiamo a lavorare, il bene comune, un tesoro che siamo chiamati a consegnare migliore alle generazioni future”.