Domani, alle 16.30, nella sala del Portale degli Etruschi, all’interno del complesso delle Clarisse a Massa Marittima, si terrà un nuovo appuntamento con l’Università dell’Età libera.
L’iniziativa intende approfondire gli aspetti più oscuri della tragica vicenda che coinvolse la giovane Norma Parenti, Medaglia d’oro della Resistenza, uccisa a soli 23 anni per la sua lotta antifascista. L’evento è organizzato dal “Centro Studi A. Gabrielli”, in collaborazione con il Comune di Massa Marittima nell’ambito del calendario Unieli.
Relatore dell’incontro sarà lo storico Carlo Groppi, che illustrerà in particolare i risultati emersi dallo studio del referto autoptico effettuato dal Prof. Enrico Cheli, anch’egli massetano, scomparso alcuni anni fa.
Norma Parenti, nata nel 1921 a Massa Marittima e fucilata nella cittadina delle colline metallifere il 22 giugno 1944, partecipò attivamente insieme al marito alla guerra di liberazione antifascista, tra le file della Resistenza grossetana.
Inquadrata come partigiana nel raggruppamento “Amiata” della III Brigata Garibaldi, la giovane donna si dedicò alla raccolta di denaro e aiuti per le formazioni, dette ospitalità ai fuggiaschi, mise in salvo ex prigionieri alleati, procurò armi e munizioni e partecipò di persona a pericolose azioni di guerra. In una piccola trattoria di Massa, gestita dalla madre, Norma ebbe modo di avvicinare e indurre alla diserzione, per raggiungere le bande partigiane, numerosi prigionieri di nazionalità straniera che i tedeschi avevano portato in Italia utilizzandoli come truppe di complemento. Fu proprio uno di questi prigionieri, un soldato mongolo, che tradì Norma e la fece arrestare, insieme alla madre della giovane antifascista, la sera del 22 giugno 1944.
Norma Pratelli fu fucilata la sera stessa, dopo essere stata ferocemente seviziata dalle truppe germaniche ormai in ritirata, e il suo corpo straziato fu rinvenuto il giorno successivo alla sua uccisione.
Questa la motivazione della massima ricompensa al valore, che venne conferita a Norma nel 1944: “Giovane sposa e madre, fra le stragi e le persecuzioni, mentre nel litorale maremmano infieriva la rabbia tedesca e fascista, non accordò riposo al suo corpo né piegò la sua volontà di soccorritrice, di animatrice, di combattente e di martire. Diede alle vittime la sepoltura vietata, provvide ospitalità ai fuggiaschi, libertà e salvezza ai prigionieri, munizioni e viveri ai partigiani e nei giorni del terrore, quando la paura chiudeva tutte le porte e faceva deserte le strade, con l’esempio di una intrepida pietà donò coraggio ai timorosi e accrebbe la fiducia ai forti. Nella notte del 22 giugno, tratta fuori dalla sua casa, martoriata dalla feroce bestialità dei suoi carnefici, spirò, sublime offerta alla Patria, l’anima generosa.”